La passione per il modellismo l’ ho sempre avuta: mi ricordo di quando piccolino, 4 anni, mi divertivo a ritagliare la sagoma di una nave sulla carta per poi domandarne il nome a mio padre.
La passione mi ha seguito con gli anni: dalla auto-costruzione di transatlantici con il cartoncino all’ assemblaggio di scatole di montaggio in plastica. Fino a ché un giorno mi capitò di vedere in una trasmissione televisiva un signore che inseriva navi in bottiglia. La cosa mi entusiasmò e volli subito incominciare nel cimentarmi in questa nuova impresa.
La prima navetta che costruii fu il cutty shark, o perlomeno tentai di farlo. La bottiglia che scelsi come alloggiamento per la barchetta fu una bottiglia di wisky johnny walker .
La nave non superava i 6 – 7 centimetri di lunghezza , le vele e le manovre erano ridotte al minimo,
ma mi sembrò bellissima e, cosa importante, riuscii nel mio intento.
Numerose furono quelle barchette e numerose quelle che donai. A ripensarci mi viene da sorridere: con quale orgoglio presentavo e regalavo i miei “capolavori”.
Comunque anche allora la maggior parte delle persone si meravigliava del lavoro e si chiedeva come avevo fatto.
Come spesso accade in campo modellistico è il confronto con altri modellisti che ti porta a migliorarti, ad accrescere le tue conoscenze e anche a cercar di superare i colleghi di hobby.
Infatti, fu l’ incontro con un altro modellista, che conoscendo la mia passione mi portò a far vedere una sua opera sperimentale, la barchetta era una caravella e anche se di modesta fattura era molto più grande delle mie. ciò stimolò ancora una volta la mia voglia di miglioramento.
Le successive opere, effettivamente, furono un po’ più grandi, anche perché cambiai tipologia di bottiglia scegliendo prevalentemente bottiglie da olio, le quali avendo l’ imboccatura più ampia mi permettevano di creare modellini più grandi, ma restavano sempre “misere” sia dal punto di vista delle proporzioni che delle manovre.
La svolta di qualità iniziò il giorno che decisi di affidarmi alle immagini per costruire i miei modelli anziché alla fantasia: comprai il mio primo libricino sulle navi a vela e cominciai a riprodurre le navi raffigurate, sempre comunque navi a un solo ponte: uno o due alberi.
Ma il seme dell’ evoluzione cresceva in me. Ogni volta che sfogliavo il libretto mi passava sotto gli occhi l’ immagine di un galeone: Henry grace a dieu . grande, colorato, alto sui ponti e con quattro alberi: una sfida. Iniziai così il nuovo periodo della costruzione a sezioni separate ed assemblaggio interno. Il modellino mi riuscì abbastanza bene, anche se a dire la verità di prove ne ho fatte parecchie prima di giungere al sistema adottato dei ponti separati.
Proseguii cosi per qualche anno fino a che, un giorno, decisi di effettuare il collegamento internet.
Ciò mi permise di conoscere altri modellisti e soprattutto di conoscere il gruppo di discussione della “Filibusta”. Grazie al gruppo ho imparato molte cose sul modellismo che, anche se direttamente non sono molto applicabili al mio hobby, mi hanno portato a una continua crescita e ricerca modellistica.
Attualmente per costruire un modellino cerco, nei limiti del possibile, di potere seguire dei progetti, rapportati alle mie misure, e di creare navi proporzionate nelle dimensioni e nelle forme.
Fernando de paoli©
Fernando de paoli©