Sarebbe cambiato il mondo occidentale se la battaglia di Lepanto avesse emesso un verdetto diverso da quello che conosciamo?
Quali conseguenze avrebbe avuto sull’area mediterranea e sulle potenze occidentali una vittoria turca alle soglie della Europa cristiana?
Domande lecite, ma alle quali, come succede nella storia non esiste diritto di replica, tanto meno la controprova…
Sicuramente qualcosa sarebbe mutato nei già fragili equilibri internazionali, con le monarchie del vecchio continente più attratte dalla fama di ricchezze e di nuovi mondi, che da un sentimento continentale unito…
Si combattè il 7 ottobre 1571 nel golfo di Lepanto (l’attuale golfo di Corinto) tra la flotta ottomana e quella della Lega Santa, promossa da papa Pio V e costituita da Spagna, Malta, Venezia, Genova e Stato Pontificio.
L’elite della marina europea e della nobiltà blasonata contro una potenza in declino, ma pur sempre capace di grandi imprese…
Le forze della Lega erano guidate da don Giovanni d'Austria, figlio dell’Imperatore Carlo V e fratellastro di Filippo II re di Spagna de del nuovo mondo.
Notevoli sforzi economici li avevano profusi anche le Repubbliche di Venezia e Genova, per una volta sotto la stessa bandiera, alla caccia del raggiungimento dello stesso scopo: bottino, denaro e prestigio internazionale!
Come tutte le crociate che si rispettassero, a fondarla fu un papa, Pio V, che la volle formata nel maggio del 1571 e che ottenne l'adesione perfino dell'Ordine dei Cavalieri di Malta. Gli obiettivi erano chiari: lanciare una controffensiva cristiana all'attacco che i turchi avevano mosso nel 1570 contro l'isola veneziana di Cipro di liberare dall'assedio la fortezza di Famagosta.
Le due flotte si disposero in direzione Nord-Sud, per una lunghezza che arrivava fino a 7 km.
L’ala sinistra cristiana era comandata dal veneto Agostino Barbarico, e poteva contare su 64 galere. Navigava lontana dalla costa; altre 64 galere occupavano il centro, sotto il timone di Don Giovanni d’Austria, di Sebastiano Venier e di Marcantonio Colonna, comandante papale.
Sulla destra erano schierate le 54 galere genovesi di Andrea Doria. Il fior fiore della marina europea era schierato nelle acque greche.
La tattica iniziale prevedeva il fuoco delle galeazze veneziane, per creare scompiglio tra i turchi, che, con disposizione simile erano comandate da Mehmet Soraq, dai cristiani chiamato “Scirocco”, dall’ammiraglio Alì e dal rinnegato cristiano Uluch Alì, per una flotta, che, a livello di numeri sopravanzava quella occidentale, ma non aveva lo stesso talento tra i suoi ammiragli…
Funziona il piano cristiano, che, dopo i primi bombardamenti veneti, respinge l’assalto di Soraq, che perisce nella mischia, passando addirittura al contrattacco al centro e sulle ali.
Lo scontro avviene non più a distanza, ma a breve, col fuoco degli archibugi, le balestre genovesi a svolgere il ruolo di protagonisti.
I famosi e feroci giannizzeri turchi vengono più volte ricacciati indietro dai cristiani, subendo pesanti e determinanti perdite.
Approfittando di un’indecisione del Doria, i turchi hanno un ultimo sussulto, avendo la meglio sulla flotta maltese alleata, ma sarà solo un fuoco di paglia…
Le altre galere cristiane accorse in soccorso avvolgono in un lenzuolo marino la resistenza turca, portandola allo sfascio.
25 mila caddero tra i turchi, 8mila tra i cristiani. 15 navi distrutte tra i cristiani, 30 affondate e ben 110 catturate tra quelle turche.
12mila prigionieri cristiani furono liberati dai remi!
Lepanto fu l’ultima grande battaglia della storia combattuta grazie alla forza dei remi, ma la supremazia occidentale fu dovuta anche agli armamenti moderni e alla differenza dell’uso della metallurgia: elmi, corazze, frecce occidentali erano impenetrabili e perforanti, a differenza delle armi a disposizione dei nemici della mezzaluna!
FlaStef©
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